CASTELLO E BORGO MEDIEVALE AL TEMPO DEI MALASPINA

Castello e Borgo medievale di Cremolino al tempo dei Malaspina

Col matrimonio tra Agnese del Bosco e Federico Malaspina di Lunigiana, per sigillare la riconciliazione tra le due casate, si affermò (dal 1240 al 1467) la signoria dei Malaspina. Federico era il quarto figlio di Corrado l'Antico, risoluto sostenitore dell'imperatore Federico II nelle dispute contro il Papa. 
Poco dopo la metà del Duecento Tommaso I, uno dei cinque figli di Federico e Agnese, erede di gran parte delle sostanze della madre dalla Lunigiana si trasferì dapprima a Molare e, tra il 1200 e il 1300, a Cremolino. Sposò dapprima Richelda dei nobili di Fosdinovo, da cui ebbe Antonio e Isnardo, e successivamente una certa Ugotta dalla quale nacquero Giorgio e Giacomo. Per ottenerne protezione dai genovesi si alleò con la Serenissima Repubblica di Genova, alla quale donò i propri feudi di cui ricevette investitura. Nel 1284 fu anche arbitro in un contenzioso tra Morbello e Cassinelle a dimostrazione dell'autorità e del prestigio di cui godeva.  Tommaso, per volontà testamentaria, lasciò ai figli Isnardo e Antonio i castelli di Cremolino, Morsasco, Rocca Grimalda, Orsara, Trisobbio, mentre ai figli Giorgio e Giacomo andarono i feudi di Morbello, Grognardo, Cassinelle e Molare, oltre alla metà di Prasco e le rendite di Rossiglione. Isnardo non rispettò la volontà del padre né la vita dei fratelli e della madre. Allontanata da Cremolino la madre, che morì poco dopo, fece uccidere, sembra, a tradimento il fratello Antonio e imprigionò Giorgio costringendolo a ritirarsi in convento dove morì poco dopo con il sospetto di avvelenamento. L'ultimo dei fratelli, Giacomo, riuscì a conservare la sua parte di eredità fino a quando fu costretto ad entrare nell'Abbazia di Fruttuaria. Isnardo I, però, temendo qualche tradimento tolse Giacomo dal convento e lo tenne rinchiuso per dieci anni, prima assieme a Giorgio nel castello di Cremolino, poi in quello di Rocca Grimalda, infine lo liberò per mandarlo a Tortona, dove lo fece ordinare sacerdote. Nel 1327 Isnardo emanò gli statuti comunali per Cremolino, Cassinelle, Grognardo, Molare, Morbello, Morsasco e Visone. Isnardo mori nel 1350 lasciando tre figli: Antonio, Tommaso e Giovanni. Di Antonio e Giovanni è stato tramandato poco o nulla. Tommaso II appoggiò Luchino Visconti nelle guerre del Piemonte e del Genovesato e, morto Luchino, tornò al servizio dei Marchesi del Monferrato dai quali, nel 1352, fu nominato Vicario per Acqui e paesi circostanti. Tommaso II fu signore di Cremolino fino al 1405 quando ci fu l’infeudazione del figlio Giacomo. Il 23 gennaio 1352 ricevette, nella Loggia del castello di Cremolino, la visita personale del vescovo di Acqui Guido III che chiedeva la risoluzione di una rivendicazione sorta per un sopruso territoriale da parte di Ponzone. Nel 1354 fu mandato da Matteo Visconti, duca di Milano, a comandare in Piacenza in suo nome; nel 1357 assume il titolo di Cavaliere di Gerusalemme ed è alleato di Giovanni Paleologo, marchese di Monferrato, nella guerra contro Galeazzo Visconti; nel 1372 è schierato con Ottone di Brunswich e con Amedeo IV di Savoia nella vittoriosa guerra contro i Visconti. Il dominio di Tommaso II fu sempre agitato dalla sua ambizione e, per finanziare le sue imprese di conquista, impose ai sudditi tributi di ogni genere. Tale periodo inoltre viene ricordato come infelice anche per i flagelli che si abbatterono su Cremolino e in tutto il Monferrato: dall’invasione delle cavallette alla tremenda carestia del 1373, alle devastazioni operate dalle compagnie militari mercenarie, alla peste. Dei tre figli Corrado si fece frate mentre Giovanni Isnardo morì prematuramente, per cui l'investitura a signore di Cremolino toccò a Giacomo. Il 27 gennaio 1405 Giacomo presta giuramento al re francese, signore di Genova, e al comune di Genova. Sembra, inoltre, che Giacomo Malaspina ebbe un ruolo non indifferente nei preliminari che portarono alla resa dei francesi, di stanza ad Ovada, stipulata con l’atto del 12 luglio nella cattedrale di Acqui. A Giacomo subentrò il figlio Tommaso III che si distinse subito allorché intervenne in Alessandria, ribellatasi al dominio visconteo alla morte di Giovanni Galeazzo Visconti, per aiutare i Ghibellini assediati dai Guelfi. Erano riprese intanto le contese tra i Malaspina (di Cremolino e della Lunigiana) e la Repubblica di Genova, che dichiarò ribelle il Malaspina di Cremolino contro il quale inviò un piccolo esercito costringendolo a fortificarsi nel castello. I genovesi, non riuscendo ad espugnarlo, tolsero l’assedio e, devastato il territorio circostante, se ne andarono. Dopo diverse contese Tommaso III, pur confermando la sua abilità militare, dovette soccombere e, costretto ad implorare clemenza, diede in ostaggio ai genovesi i propri figli e pagò un pegno di 10.000 scudi. La contesa tra i Malaspina e Genova durò probabilmente fino al 10 maggio 1419, quando fu stipulato tra Genova e il marchese di Monferrato un trattato di pace, con il quale la Repubblica cedeva al Monferrato i propri diritti sui luoghi, castelli, terre, ville e uomini di Cremolino, Molare, Morsasco, Cassinelle, Morbello, Trisobbio e tutti gli altri castelli, terre e luoghi che Tommaso Malaspina teneva in feudo da Genova. Morì intorno al 1421 lasciando due figli, Tommaso e Leonardo e tre figlie, Susanna, Giovanna e Argentina. II Signore del feudo rimase Tommaso IV ma sembra che già nel 1427 il titolo di marchese di Cremolino fosse portato da Isnardo, cugino di Tommaso IV, anche se non si conoscono le modalità di questa successione. Tommaso IV ed Isnardo II nel 1425 dovettero difendere il proprio feudo e lo stesso Monferrato dalle truppe Viscontee e, nel 1431, dai soldati del Conte Francesco Sforza quando molti paesi, tra cui Cremolino, furono invasi e messi a ferro e fuoco. La potenza e l'autorità dei Malaspina stavano declinando e quando il Duca di Savoia, che aveva concesso il suo aiuto interessato al Marchese di Monferrato contro i Visconti, mandò il proprio figlio Ludovico a esigere alcune terre, Isnardo Malaspina, per preservare i suoi feudi (Cremolino, Molare, Cassinelle e Morbello), ne fece omaggio ad Amedeo di Savoia. Nel 1460 iniziò a fortificare il Castello e a costruire la nuova cinta di mura del Borgo. Queste opere, imposte per tre anni ai sudditi, si rivelarono lunghe e faticose, tanto che alla fine i Cremolinesi fecero pubblicamente le proprie rimostranze alla Marchesa Costanza, moglie di Isnardo. A lui si deve, inoltre, la fondazione del Convento dei Carmelitani e la donazione (da parte di Costanza) di un’area alla Confraternita dei Disciplinanti perché vi costruissero il loro Oratorio. Isnardo morì improvvisamente nel 1467 non lasciando eredi naturali né disposizioni testamentarie, per cui la successione al Feudo fu oggetto di lunghe contese e rivendicazioni.

Il Borgo in acquerello

Cremolino in acquerello

Matrimonio di Agnese Del Bosco

matrimonio di Agnese del Bosco

Assedio dei Genovesi

Assedio infruttuoso dei genovesi

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